Sentiero natura “Fauna dei campi e dei prati”

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È dedicato ai numerosi piccoli animali che popolano il microcosmo  del paesaggio rurale, il percorso natura “Fauna dei campi e dei prati”, che il Parco Naturale Adamello Brenta ha realizzato nei dintorni Daone.

Un anello di 5 chilometri, turistico e adatto a tutti, connette il centro di Villa De Biasi al paesaggio contadino circostante dove prati, orti, siepi, muri a secco e vecchi alberi cresciuti ai bordi dei campi sono l’habitat di una straordinaria varietà di specie faunistiche.Il sentiero è un invito a scoprire, anche attraverso l’aiuto di tabelle esplicative e curiosi oggetti interattivi posti nei punti più significativi del tragitto, il paesaggio agricolo tradizionale e gli animali che lo abitano. Lumache, chiocciole, ragni, lucertole, bisce, topolini, ricci e uccelli hanno la loro casa tra i nascondigli di antichi muri, mentre piccoli uccelli, rapaci notturni, ghiri, pipistrelli e altri mammiferi fanno capolino tra le cavità di vecchi tronchi d’albero.

Sotto le siepi che bordano i campi, in terreni umidi e ombrosi, trovano rifugio ricci e rane, mentre il merlo e la capinera costruiscono il loro nido tra le fronde dei cespugli. Ancora, piccoli insetti come le farfalle e animali come la lepre e la talpa popolano i prati. I ghiri si nascondono nei sottotetti delle case isolate, mentre nei buchi dei muri costruiscono i loro nidi specie di uccelli come i codirossi, la cinciallegra, il pigliamosche e i passeri.

Adatto a tutti, il tracciato necessita di un po’ più di attenzione in coincidenza di un breve tratto ripido con gradini e della passerella a funi che è necessario percorrere per attraversare il fiume.
Oltre al percorso natura si possono percorrere quattro itinerari di facile percorrenza lungo i quali poter fare delle rilassanti passeggiate godendosi la natura e  riscoprendo dei percorsi che un tempo erano normalmente utilizzati dagli abitanti della valle per i più svariati motivi e che ora, con l’avvento dei nuovi sistemi di spostamento sono caduti in disuso se non per quei pochi luoghi che ancora devono essere per forza raggiunti a piedi.

I tragitti proposti vanno a toccare località che per vari motivi hanno avuto un particolare interesse nel passato o presentano degli aspetti interessanti per la conformazione geologica.
Per certi aspetti anche le leggende hanno trovato il loro giusto collocamento, partendo dalle dicerie sulla Peste che nel 1400 colpì il paese di Melino, poi divenuto Terra Morta ed ora costruito da pochi casolari, fino alle storie di facili innamoramenti per grazie chieste e ricevute.
Anche alcune località hanno rivestito un ruolo di primaria importanza negli anni che furono, soprattutto per l’attività economica del luogo. Basti pensare ai mulini sotto Praso, all’importanza delle piante di castagne e marroni, alle zone normalmente adibite allo sfruttamento per la legna da ardere fino ad arrivare a quelle per la coltivazione di vario genere.

Da citare anche l’esperienza della Grande Guerra che sconvolse i regolare svolgimento della vita di tutti i giorni. Sul monte Dos dei Morti alle spalle de tre comuni di trovavano gli austriaci e di fronte, sul Monte Melino vi erano gli italiani.  I nostri compaesani furono sfollati in varie località ed i tre paesini subirono le sorti più infauste.

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